L’attuale linea di ricerca scientifica sullo Yoga sta portando numerosi dati relativi alla connessione tra i disordini emotivi e il tono vagale rilevato attraverso la variabile della frequenza cardiaca.
La pratica delle Asana dello Yoga associate alle specifiche tecniche di respirazione costituiscono un metodo di efficacia unica nel riequilibrare il sistema nervoso autonomo e quindi nell’influenzare i disordini mentali, soprattutto quelli collegati alla sindrome da stress. Sono molti gli studi che hanno dimostrato gli effetti della pratica Yoga sulle funzioni cerebrali e sui parametri fisiologici, ma il meccanismo altamente complesso non è ancora stato chiarito completamente. Quel meccanismo che sottostà alla veglia rilassata tipica dei meditatori e, quindi, anche dei praticanti di Yoga, finora è stato descritto nelle sue componenti di una prevalenza dell’attività parasimpatica, rilascio neuroendocrino di ormoni specifici e sostanze talamiche e abbassamento della soglia di attivazione del sistema di risposta agli stressors.
Riferimenti bibliografici:
R. P. Brown, P. L. Gerbarg. (2005). Sudarshan Kriya Yogic Breathing in the Treatment of Stress, Anxiety, and Depression: Part I—Neurophysiologic Model. The Journal of Alternative and Complementary Medicine. 11(1): 189-201. doi:10.1089/acm.2005.11.189.
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